Adolescence connessione

Adolescence, è l’ultima discussa serie Netflix che approfondisce problemi come l’odio, la violenza, la misoginia e la difficoltà a instaurare legami reali.

L’introduzione massiccia delle tecnologie digitali e la diffusione dei social media hanno spinto le dinamiche sociali a cambiare rapidamente. Sebbene queste piattaforme abbiano ampliato le possibilità di connessione, hanno anche provocato un disagio profondo, che riguarda il modo in cui gli individui – e soprattutto i giovani – vivono e percepiscono le proprie relazioni interpersonali.

Adolescence diventa lo specchio proprio di questa condizione, dove la superficialità delle connessioni e la costante ricerca di approvazione online sembrano dominare ogni interazione.

Adolescence e la superficialità delle relazioni digitali

Il cambiamento più evidente nell’interazione giovanile riguarda la tendenza a spostare le relazioni nel mondo virtuale. Qui il contatto fisico e la dimensione emotiva sono mediati dalla tecnologia. Da un lato questo ha permesso di superare barriere geografiche. Dall’altro ha tuttavia reso le relazioni più frenetiche e meno autentiche.

Nella serie Adolescence, la difficoltà di stabilire legami veri emerge chiaramente. Tutti i giovani protagonisti si ritrovano a vivere relazioni che sono sempre più improntate all’apparenza e alla funzionalità piuttosto che all’autenticità.

Gli amici diventano “contatti”, le conversazioni si limitano a scambi rapidi di immagini e parole.

L’incontro emotivo, che dovrebbe essere il cuore della comunicazione, viene progressivamente messo da parte. Le emozioni stesse vengono gestite come se fossero merci. Pronte per essere “condivise” in modo calcolato per ottenere una risposta favorevole.

I “like“, i commenti e la visibilità sui social diventano la misura principale del valore di una relazione. E sostituiscono la qualità del legame con un approccio utilitaristico e consumistico. Questo, purtroppo, ha ridotto molte interazioni a un mero scambio di immagini e approvazioni esterne, distogliendo l’attenzione dal vero valore dell’intimità e dell’affetto.

La solitudine nell’era della connessione

Nonostante la rete permetta di essere costantemente connessi, i giovani sembrano sperimentare un crescente senso di solitudine. Un paradosso che già Goethe, nel suo romanzo Le affinità elettive, metteva in luce esplorando il tema della complessità dei legami umani e dei sentimenti.

Goethe descrive la difficoltà di vivere autenticamente in un contesto sociale che spinge verso comportamenti conformisti, eppure costantemente in lotta con i desideri interiori. Nella società moderna, il desiderio di apparire e il bisogno di rispondere alle aspettative degli altri sembrano prevalere sulle necessità di un contatto genuino.

L’individuo viene ridotto alla sua “immagine digitale”. Disconoscendo così la propria complessità emotiva e rinunciando alla ricerca della sua vera identità.

I personaggi goethiani cercano la felicità e il senso della loro esistenza in un mondo pieno di contraddizioni. Allo stesso modo i giovani di Adolescence cercano risposte emotive in un mondo che non offre loro il tempo né lo spazio per riflettere.

La solitudine che ne deriva non è solo quella fisica, ma una solitudine esistenziale. Legata alla difficoltà di costruire legami emotivi veri in un mondo che, pur essendo costantemente connesso, non è in grado di garantire l’intimità.

Adolescence e l’autenticità perduta

Il bisogno di autenticità è un altro tema cruciale che emerge nelle dinamiche giovanili e che emerge dalla visione di Adolescence.

L’autenticità nelle relazioni è la chiave per un’esperienza di vita piena e significativa. Tuttavia, nelle interazioni virtuali, l’autenticità viene spesso sacrificata a favore di una “versione ottimizzata” di sé. In un mondo dove ogni parola e gesto può essere scrutinato e giudicato, la paura di essere vulnerabili rende difficile costruire legami emotivi genuini.

La filosofia del “self-made man” (l’uomo che si fa da sé) dell’era digitale ha modificato il concetto stesso di connessione.

Il valore di un legame sembra così essere determinato dalla sua utilità sociale, dalla sua capacità di soddisfare bisogni immediati piuttosto che dalla profondità emotiva.

Come suggerisce il filosofo Zygmunt Bauman nella sua opera Modernità liquida, le relazioni moderne sono “liquide”, non durevoli. E sono caratterizzate da un costante flusso e riflusso. La paura di rimanere ancorati a qualcosa di troppo pesante porta molti giovani a evitare l’impegno a lungo termine nelle relazioni. Preferendo così il rapido svanire di un legame che non li costringe ad affrontare la realtà complessa e talvolta difficile dell’altro.

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