A Londra nel weekend le strade si riempiono di giovani in cerca di esperienze autentiche. Ma nel frattempo accade qualcosa che ridefinisce il modo in cui pensiamo alla lettura.
Spazi che ricordano più una galleria di moda che una biblioteca diventano il cuore pulsante di un fenomeno in espansione. Si tratta dei reading party bookclub. Qui, la parola scritta si intreccia con la socialità. Le atmosfere soffuse si mescolano a una certa tensione elettrica che sa di festa.
Poesie lette a voce alta, brani sottolineati come fossero lettere d’amore. Si resta ad ascoltare seduti per terra o appoggiati a un muro, immersi in una forma nuova di intimità culturale.
Dalle terrazze di Brooklyn ai cortili delle città italiane
Tutto ha inizio a New York. In un appartamento condiviso, alcuni ragazzi ventenni decidono di ritagliarsi un momento di lentezza in mezzo al caos.
Nasce così un incontro silenzioso, illuminato da luci tenui e candele, dove si legge in compagnia e poi si conversa. L’idea si diffonde velocemente, favorita dai social, fino a conquistare spazi sempre più ampi e trasversali.
Caffè, tetti, club: ogni luogo può diventare un salotto letterario, ogni libro il punto di partenza per costruire relazioni.
Il formato arriva anche in Italia. Qui prende forme diverse ma mantiene lo stesso spirito: incontri riservati, letture condivise, atmosfere raccolte. A Roma, Milano, Bari e in tante altre città, si moltiplicano le occasioni in cui lettori e lettrici si ritrovano per condividere pagine e pensieri in ambienti accoglienti e mai convenzionali.
Londra, epicentro creativo del movimento
È nel Regno Unito, e in particolare a Londra, che i reading party bookclub trovano la loro espressione più sperimentale. Il Soho Reading Series, ideato da Tom Willis, ha creato una vera e propria scena attorno alla letteratura vissuta come esperienza collettiva.
Le location cambiano ogni volta, da vecchie chiese ad atelier nascosti. Ma l’atmosfera è sempre la stessa: rilassata, vibrante, intrisa di una sensazione di possibilità. Nessuna pedana, nessun microfono: solo letture intime, sussurrate, condivise tra sconosciuti curiosi.
Un altro progetto significativo è New Work, un ciclo di eventi nato nel 2024 che unisce lettura dal vivo e socialità informale. Qui si incontrano scrittori emergenti e voci già note, e il pubblico viene selezionato non solo per l’amore per i libri, ma anche per la disponibilità a mettersi in gioco.
Si parla esplicitamente di sensualità, contatto, attrazione: la letteratura diventa un linguaggio attraverso cui riconoscersi, farsi notare, entrare in relazione.
Le sperimentazioni di Glasgow e Manchester
Nel nord del Regno Unito, la scena continua a evolversi. A Glasgow, progetti come Waterwings Press e thi wurd propongono eventi letterari ibridi, dove la scrittura dialoga con la musica, il video e l’arte visiva.
Le letture avvengono in ambienti domestici e accoglienti, spesso con autori alla prima pubblicazione che leggono accanto a nomi più consolidati. La dimensione è sempre quella dell’incontro: poche formalità, molta libertà creativa.
A Manchester, il collettivo Peter Barlow’s Cig si è costruito un seguito affezionato grazie a un approccio inclusivo e disinvolto.
L’appuntamento prende il nome da un personaggio della televisione britannica, ma il contenuto è tutto rivolto al presente: poesia contemporanea, apertura al nuovo, desiderio di condivisione.
Anche qui, leggere significa mettersi in contatto, costruire un senso di comunità attraverso il testo.
Una nuova ritualità collettiva
Nell’epoca post-pandemica, segnata da relazioni precarie e un senso diffuso di disconnessione, i reading party bookclub offrono un’alternativa concreta: un modo per creare vicinanza attraverso la parola.
Non si tratta più solo di apprezzare un romanzo o di ascoltare una poesia, ma di farlo insieme, in uno spazio dove i libri sono anche strumenti per dichiarare se stessi e cercare gli altri.
Questa nuova forma di partecipazione culturale non sostituisce le modalità classiche, ma le integra e le rinnova. La scrittura si affianca alla musica, al ballo, alla presenza fisica, in una miscela che restituisce profondità al gesto del leggere.
I reading party bookclub rivelano così il potenziale della letteratura come pratica relazionale, capace di generare contatto reale, fuori dallo schermo, attraverso pagine che vibrano non solo per ciò che dicono, ma per come vengono condivise.
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